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Natasha

locandina di Aldo Anselmino

Natasha (2002)

di e con Erica Giovannini ed Eugenia Amisano

consulenza artistica di Gyula Molnàr

 

Voci: Ekaterina Gaidanskaja, Gyula Molnàr, Santo Catanuto.

Musiche: Shostakovich, Piazzolla, Mussorgsky, Fabuolosos Cadillacs, Mahler

Composizione suoni: Danio Catanuto

Costumi: Gigliola Vinci

Maschera: Anna Galli

Fontana: Umberto Giovannini

Tecnico del suono: Beppe Caruso

 

Personaggi in ordine di apparizione:

  • i lavatori di tombe

  • il papà di Natasha

  • la giornalista televisiva

  • il presidente russo Boris Eltsin

  • parlamentari e cittadini

  • Natasha

  • l'amica di Natasha

 

Spettacolo ispirato ad una storia vera.

Natasha era una ragazza di vent'anni che morì a Mosca sotto il bombardamento del Parlamento Russo, ordinato da Boris Eltsin la mattina del 4 ottobre 1993. Nel bombardamento morirono migliaia di persone, Parlamentari e cittadini che da giorni occupavano il Parlamento assediato, dopo il colpo di stato di Eltsin. Nessuno ricorda quei giorni, che solitamente vengono confusi con le più note vicende del 1991, quando Eltsin, a bordo di un carro armato, si presentava come salvatore della patria. Da questo silenzio della storia affiora Natasha. La sua immagine rarefatta prende forma da frammenti di notizie, articoli di giornale, servizi televisivi trasmessi a notte fonda. Sappiamo di un tunnel clandestino che collegava la Casa Bianca assediata con l'esterno, percorso da giovani moscoviti che portavano acqua e viveri. Natasha era una di loro. Altre notizie che la riguardano provengono da due interviste, una al padre e l'altra ad un'amica che condivise con lei quell'esperienza e che fu l'ultima a vederla in vita la mattina del 4 ottobre.

Natasha

 

Natasha è un nome di donna,di ragazza. Natasha è una delle 147 vittime accertate dei fatti di Mosca del 1993, quando l'allora presidente Boris Eltsin,offeso dal fatto che il Parlamento bocciasse le sue riforme, assunse pieni poteri, dichiarò l'assedio della sede del governo russo e la fece espugnare dall'esercito. Natasha era una dei tanti moscoviti che portavano i rifornimenti ai parlamentari assediati. Il padre e una giovane amica la trovarono sulle barricate. Incerte le cause della morte, ma i capelli le erano diventati completamente bianchi. Natasha non è che uno dei tanti simboli della lotta per la democrazia.

“Natsasha”, soprattutto, è il nome del bellissimo spettacolo di teatrodanza andato in scena giovedì sera, quarto ed ultimo appuntamento con “Hasta Fiesta”, il festival organizzato dalle Associazioni giovani di Sondalo.

In scena due giovani ballerine del Teatro Equilibrista, Erica Giovannini, milanese ed Eugenia Amisano, genovese. Nonostante l'età, le due hanno un curriculum di assoluto pregio: entrambe diplomatesi nel 1996 all'Atelier di Teatrodanza della Civica Scuola D'Arte Drammatica Paolo Grassi di Milano, vantano collaborazioni con i più importanti coreografi contemporanei e per quello che riguarda la Amisano anche un alunga esperienza di canto.

Lo spettacolo è stato in linea con il valore delle interpreti. Attraverso una composizione a brevi scene, con cambi d'abito a scena aperta e con le luci, curate dal regista sondriese Davide Benedetti, che variando dai toni caldi a freddi, suggerivano l'andamento narrativo, le due danzatrici hanno ricostruito in una maniera completamente scevra da ovvietà, un pezzo importantissimo di storia contemporanea. In una scena tanto piena di poveri oggetti da sembrare quasi barocca (c'è persino una fontanella, rudimentale ma perfettamente funzionante), lavatori di tombe, il padre di Natasha, i moscoviti, Eltsin con l'immancabile vodka, tutti in scena con le proprie piccole miserie, per dipingere l'affresco di una tragedia terribile. Tutti, tranne Natasha, che diventa apparizione fugace e senza parole nei momenti di danza pura. Per il resto una recitazione sopra le righe, straniante, brechtiana, a suggerire incredulità per la storia, per la realtà, ben contrappuntata da un'ottima scelta musicale (canti popolari russi, Shostakovich, Piazzolla, Mussorgsky, Fabolous Cadillacs, Mahler).

Tra tutte le scene ve n'è almeno una degna di essere ricordata a lungo : la morte di Natasha.

Le ballerine si rincorrono convulsamente sulla scena, finchè, in un rallentamento inesorabile, la Giovannini cade tra le braccia della Amisano, in una composizione dai forti echi di pietà michelangiolesca. Nel finale un padre distrutto pone dei fiori su una misera croce, la tomba della figlia. Struggente.

 

Mattia Agostinali ¨C Sondrio 2002

video di Aldo Anselmino
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